"Life is Strange: Double Exposure" tenta di riprendere l’atmosfera del primo capitolo della saga, ma purtroppo perde gran parte di ciò che aveva reso l'originale così speciale.
In questo nuovo capitolo, i poteri di Max, che inizialmente erano un semplice strumento narrativo, diventano il fulcro della trama, trasformando la storia da un’esperienza emotiva e introspettiva a una vicenda incentrata quasi esclusivamente su dinamiche "supereroistiche".

Questo cambio di direzione snatura profondamente l'idea originale del gioco, dove i poteri di Max non erano altro che un mezzo per esplorare temi come il senso di perdita, il cambiamento e il rimpianto.

Ciò che ne risulta è una trama più superficiale, che non riesce a ricreare il fascino e il coinvolgimento dell'originale. Invece di offrire un viaggio emozionante e realistico e di esplorare le relazioni tra i personaggi e mettere il giocatore di fronte a scelte difficili, il gioco sembra abbracciare una direzione più commerciale e meno sincera, tradendo, in sostanza, la natura intima dell'opera originale.

Uno degli aspetti positivi è la rappresentazione di Max che risulta convincente e naturalmente maturata. La sua crescita appare realistica e coerente: si percepisce una profondità e una consapevolezza nuove, che riflettono gli anni trascorsi e le difficoltà che ha affrontato. Questo ritratto di Max arricchisce il personaggio e aggiunge un livello di autenticità alla narrazione.