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73.4 hrs on record
ASTRONEER è un sandbox di esplorazione spaziale in terza persona ambientato in un universo colorato, surreale e interamente deformabile. Un’avventura senza limiti, dove l’unica regola è lasciarsi trasportare dalla curiosità e dalla meraviglia. E lo dico onestamente: è uno dei giochi migliori che abbia mai provato.
Lanciato su un pianeta sconosciuto, il tuo compito non è “sopravvivere” nel senso più banale del termine, ma costruire, scoprire e modellare l’ambiente a tuo piacimento. Ogni roccia, ogni collina, ogni caverna può essere scavata, plasmata e trasformata. È come se Minecraft avesse deciso di fare un salto nella fantascienza e avesse imparato il senso dell’estetica. Il tutto supportato da un sistema di costruzione intuitivo, creativo e incredibilmente soddisfacente.
Il gameplay è un mix perfetto tra esplorazione rilassante e costruzione strategica. Hai una quantità infinita di possibilità: puoi creare basi immense, catene logistiche automatizzate, veicoli lunari, piattaforme orbitanti... tutto con una libertà che raramente si vede. Nessun menu opprimente, nessuna curva di apprendimento scoraggiante: ASTRONEER riesce a essere profondo senza mai diventare pesante.
La direzione artistica è un’altra gemma. I pianeti sono tutti unici, con biomi vibranti e cieli mozzafiato. È un piacere per gli occhi, e ogni nuovo mondo ti invoglia a scoprire cosa c’è sotto la superficie, letteralmente. L’interfaccia è pulita, il sonoro è rilassante e ben studiato, e il feeling generale ti immerge completamente nell’esperienza. È uno di quei giochi dove ti perdi nel tempo, e quando guardi l’orologio... sono passate ore senza accorgertene.
E poi c’è la co-op, che porta il tutto a un livello superiore. Giocare con gli amici rende ogni progetto più ambizioso, ogni spedizione più emozionante, ogni catastrofe più esilarante. Non è solo un gioco, è un piccolo mondo che si costruisce insieme, una tela su cui puoi davvero lasciare il segno.
Ogni dettaglio è studiato per stimolare la scoperta e la voglia di sperimentare, lasciandoti sempre la sensazione che dietro l’angolo ci sia qualcosa di nuovo. È come una lunga passeggiata tra pianeti sconosciuti, dove l’unico limite è la tua immaginazione.
Lo consiglio assolutamente. A chiunque. Se cercate un’esperienza che vi rilassi, vi ispiri, vi coinvolga e vi faccia sognare, ASTRONEER è tutto questo e molto di più.
Voto: 10/10
Posted 6 June.
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15.9 hrs on record
Black Skylands è uno sparatutto top-down open world ambientato in un affascinante arcipelago volante, dove combatti a bordo della tua aeronave e a terra, alternando fasi di azione frenetica a momenti di esplorazione e gestione. È una vera gemma indie che fonde sapientemente pixel art dettagliata, combattimenti appaganti e una narrazione coinvolgente.
Fin dai primi minuti, il gioco riesce a trasportarti in un universo sospeso tra cielo e macerie, con una trama sorprendentemente solida per il genere: la storia di Eva e del suo desiderio di proteggere la propria gente da minacce sia umane che mostruose è raccontata con cura e partecipazione. Non è solo un pretesto per sparare: ci sono emozioni, legami familiari, perdita, e un forte senso di responsabilità verso la propria comunità.
A livello di gameplay, Black Skylands alterna con maestria scontri aerei davvero ben realizzati a eccezionali combattimenti a terra, fluidi e tattici, grazie anche a un sistema di armi e abilità che permette approcci diversi. L’uso della grapple hook aggiunge verticalità e dinamismo, rendendo ogni scontro ancora più divertente. La possibilità di personalizzare e potenziare la propria aeronave è un tocco di classe che aggiunge profondità e senso di progressione.
E poi c’è la musica. Le colonne sonore sono cucite addosso all’atmosfera del gioco: epiche durante i combattimenti, malinconiche durante i momenti più narrativi, e sempre capaci di evocare il senso di vastità e solitudine dei cieli. Accompagnano la tua avventura senza mai risultare invadenti, anzi, amplificano ogni emozione.
Visivamente è una delizia: pixel art coloratissima, curata in ogni dettaglio, con effetti atmosferici e ambientazioni uniche che cambiano radicalmente da isola a isola. Ogni area ha la sua identità, e muoversi tra le nuvole regala davvero quella sensazione di "viaggio in un mondo spezzato".
Unica nota che mi ha un po’ smorzato l’entusiasmo è il grinding per i materiali, richiesto per costruzioni e potenziamenti. Non dico che andasse eliminato (perché in parte ha senso), ma una lieve riduzione avrebbe reso il ritmo del gioco ancora più godibile. Alcuni momenti risultano "forzati" per accumulare risorse, quando invece il gioco ha già tanto da offrire sul piano dell’azione e della storia.
Consiglio assolutamente Black Skylands a chi cerca un’esperienza fresca, profonda e visivamente accattivante. È un raro esempio di come uno studio indie possa creare un mondo credibile, emozionante e appagante sia nel gameplay che nella narrazione. Se amate questo genere con una forte componente esplorativa e un pizzico di steampunk volante, qui troverete pane per i vostri denti.
Voto: 9/10
Posted 27 May.
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25.3 hrs on record
This Means Warp è un gioco cooperativo roguelike ambientato nello spazio, dove tu e la tua ciurma dovreste collaborare per gestire una nave e sopravvivere a incontri casuali. Sulla carta, sembra promettente: azione in tempo reale, gestione delle risorse, e un pizzico di caos organizzato. In realtà? Una noia cosmica travestita da esperienza frenetica.
Giocandolo, la sensazione predominante è quella di ripetitività spinta al massimo, in cui ogni run sembra uguale alla precedente, con nemici fotocopiati e dinamiche che non si rinnovano mai davvero. Tutto è così meccanico, così scolastico, che ci si sente più impiegati spaziali in un call center galattico che eroi dell’universo. I comandi sono sempre gli stessi, le situazioni anche, e ogni partita finisce per essere una lunga lista di mansioni da portare a termine più per dovere che per piacere.
E poi… ah sì! C’è la seconda nave, che dovrebbe rivoluzionare tutto. Finalmente un po’ di novità, giusto?
Aspetta… ma è IDENTICA! Stessi boss, stessi nemici, stessa campagna. Un copia-incolla perfetto.
Anche gli scenari alternativi, presentati come contenuti inediti, non sono altro che varianti pallide della modalità standard. Cambiano due numeri, forse un colore… e via, ecco servita la “novità”.
L’intelligenza artificiale?
Meglio ribattezzarla demenza artificiale. I bot alleati si muovono con la logica di una patata confusa, restano incastrati, non rispondono ai comandi, e sembrano intenzionati a sabotarti più che aiutarti. In certi momenti sembrano ignorare completamente il fatto che il gioco abbia un obiettivo.
Come se non bastasse, la progressione è una salita infinita su un tapis roulant rotto. Lentissima, frustrante, mai gratificante. Ti sembra di sbloccare qualcosa? Tranquillo, non cambia niente. E la ciliegina sulla torta è l’interfaccia:
  • Vuoi creare una partita con gli amici? Non puoi invitarli direttamente, devi dettargli lo "Ship ID".
  • Vuoi selezionare una difficoltà avanzata come “Nightmare”? Nessuno ti dice come sbloccarla.
  • Vuoi cambiare scenario? Buona fortuna, spera che oggi la rotella del mouse funzioni... perché ieri no.
Diciamo che queste sono “feature” straordinarie, nel senso che ti fanno davvero domandare se abbiano mai testato il gioco.
Non consiglio assolutamente This Means Warp. La sua ripetitività, l’assenza di reale varietà, una progressione esasperante e un’interfaccia mal progettata rendono il tutto una delusione galattica. Non basta l’ambientazione spaziale a salvare un gioco che sembra più un esperimento lasciato a metà che un prodotto finito.
Voto: 2.5/10
P.S. Nello spazio nessuno può sentirti sbadigliare… ma questo gioco ci riesce benissimo.
Posted 24 May.
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27.8 hrs on record
Streets of Rogue è un roguelike d’azione che mescola stealth, caos e libertà totale in un’esperienza unica e imprevedibile. Prendi il meglio di giochi come Deus Ex, Hotline Miami e Nuclear Throne, mettilo in un contesto sandbox completamente distruttibile e aggiungi un tocco di umorismo folle: ecco cosa rende questo gioco un capolavoro assoluto.
Il concetto è semplice: scalare i ranghi della città ribelle, cercando di diventare il sindaco di quest'ultima, completando obiettivi in modi sempre diversi, utilizzando un arsenale di strumenti, gadget e abilità uniche. Puoi essere un hacker che prende il controllo dei sistemi elettronici, un gorilla che risolve tutto a pugni, un dottore che addormenta i nemici con il cloroformio o persino un vampiro che si nutre di ignari cittadini. La varietà è folle, e ogni run è completamente diversa dalla precedente.
Il vero punto di forza di Streets of Rogue è la sua libertà assoluta: non esiste un solo modo per completare una missione. Vuoi farti strada sparando all’impazzata? Puoi. Preferisci travestirti e infiltrarti senza farti notare? Nessun problema. Ti va di scatenare il caos mettendo l’intera città uno contro l’altro? Divertiti pure. Ogni elemento dell’ambiente può essere sfruttato, ogni NPC ha una sua routine e ogni azione ha delle conseguenze.
Per non parlare della personalizzazione dei personaggi, puoi scegliere quelli deafult, oppure creartene uno tutto tuo con i vantaggi e svantaggi che TU desideri.
E poi c’è la co-op: giocare con gli amici porta il livello di follia a nuovi estremi. Un compagno hacker può aprirti le porte mentre tu lanci un’orda di scimmie addestrate contro la polizia. Oppure puoi fare squadra con un mafioso e riscattare "ciò che ti devono" mentre il tuo amico cannibale si fa uno spuntino piacevole. Le possibilità sono infinite, ed è sempre esilarante.
Visivamente, lo stile pixel art è colorato e pieno di dettagli, con animazioni fluide e ambientazioni ricche di personalità. Il tutto accompagnato da una colonna sonora che cattura perfettamente l’energia frenetica del gioco.
Consiglio Streets of Rogue a occhi chiusi a chiunque ami i roguelike, i sandbox o semplicemente i giochi che non hanno paura di osare e divertire. Che tu sia un amante della tattica, del caos totale o della creatività, questo gioco ti darà ore e ore di puro divertimento, con momenti memorabili da solo o in compagnia.
Voto: 10/10
Posted 16 May.
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8.1 hrs on record
The Ascent è un twin-stick shooter RPG ambientato in un mondo cyberpunk che, sulla carta, prometteva un’esperienza esplosiva e immersiva. Peccato che la realtà sia ben diversa: un gioco frustrante, sbilanciato e mal ottimizzato, che trasforma ogni sessione in un test di pazienza più che di abilità.
Dal punto di vista del gameplay, The Ascent è più un walking simulator con pistole che un action RPG. Sì, ci sono i "taxi" per spostarsi velocemente, ma sembra che gli sviluppatori abbiano deciso di renderli un’esperienza quasi mistica, perché nel 90% dei casi finirai comunque a farti chilometri e chilometri a piedi, esplorando sempre le stesse aree fino a conoscerle meglio di casa tua. Ti piacciono i marciapiedi illuminati al neon e le scale infinite? Bene, perché ne vedrai talmente tante che ti sembrerà di aver iniziato una nuova carriera come corriere futuristico.
Se almeno il combattimento fosse soddisfacente, si potrebbe chiudere un occhio… ma non lo è affatto. L’equilibrio dei livelli è completamente sballato: un momento affronti nemici di livello 4, il minuto dopo ti trovi davanti mostri di livello 22 senza alcun preavviso o senso logico NELLA STESSA MISSIONE . A questo si aggiunge un sistema di armi completamente rotto, dove anche con equipaggiamento al livello massimo i danni che infliggi sono ridicoli, rendendo ogni scontro un massacro a senso unico (spoiler: è come avere una sparacoriandoli in guerra).
Come se non bastasse, il gioco è mal ottimizzato, con cali di frame inspiegabili anche su PC di fascia alta, bug a non finire e una gestione delle hitbox imbarazzante. L’atmosfera cyberpunk poteva essere il punto di forza, ma quando il gameplay è un disastro totale, la direzione artistica non basta a salvare il gioco. Era così promettente che, senza pensarci due volte, ho comprato anche il DLC ad occhi chiusi... e me ne sono pentito amaramente.
Consiglio The Ascent? Assolutamente no. Se cercate un RPG isometrico con un buon gameplay e un mondo coinvolgente, ci sono decine di alternative migliori. Questo gioco è l’esempio perfetto di come non bilanciare un’esperienza di gioco e di come un'ottima idea possa essere rovinata da una pessima esecuzione.
Voto 1/10
P.S. L’unica cosa che sale in "The Ascent" è la tua frustrazione.
Posted 26 March.
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24.6 hrs on record
SUPER CRAZY RHYTHM CASTLE è un rhythm game che mescola musica e puzzle in un’avventura caotica e divertente. Ogni livello propone sfide ritmiche combinate con enigmi e ostacoli, creando un’esperienza unica nel suo genere.
Il gameplay è un perfetto equilibrio tra azione musicale e risoluzione di puzzle, con livelli che richiedono non solo precisione nel premere le note a tempo e mantenere una combo "piccante", ma anche la capacità di interagire con l’ambiente circostante per superare ostacoli e boss stravaganti. Le canzoni sono sempre inerenti al livello, sia come atmosfera che come testo, rendendo ogni scenario ancora più coinvolgente e caratteristico. Il risultato è un’esperienza ritmica dinamica e mai monotona, dove la musica non è solo un sottofondo, ma parte integrante del gameplay.
Giocato in co-op dà il meglio di sé: il caos si moltiplica e la necessità di coordinarsi con gli altri giocatori aggiunge un ulteriore livello di sfida e divertimento. Tuttavia, anche in single player il gioco funziona benissimo, grazie alla sua varietà di livelli e alla continua introduzione di nuove meccaniche (per esempio il piccolo aiutante a 5 dita, esatto non a 4 zampe).
Purtroppo, però, ci sono alcuni difetti che smorzano un po’ l’entusiasmo. Il True Ending, una volta ottenuto, non regala nessuna soddisfazione: nessun riconoscimento, nessun messaggio di congratulazioni, solo una fine che lascia a bocca asciutta. Un’altra pecca riguarda le cutscene, che dopo la prima visione non possono essere saltate direttamente, ma solo accelerate con l’"Avanzamento Veloce", un dettaglio che può diventare frustrante durante più run.
Consiglio SUPER CRAZY RHYTHM CASTLE a tutti gli amanti dei giochi musicali che cercano qualcosa di originale e fuori dagli schemi. È un titolo che offre una formula fresca, con un gameplay vario e una colonna sonora ben integrata nell’esperienza di gioco. Se ti piacciono i rhythm game e vuoi una sfida con un pizzico di follia, è un’ottima scelta.
Voto 8.5/10
Posted 24 March. Last edited 24 March.
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5.6 hrs on record
Early Access Review
Lethal Company è un gioco horror cooperativo in cui tu e i tuoi amici dovreste esplorare strutture abbandonate, raccogliere oggetti di valore e sfuggire a creature inquietanti per soddisfare gli obiettivi di una misteriosa compagnia. Sulla carta, potrebbe sembrare interessante... ma nella realtà è uno dei giochi più SOPRAVVALUTATO degli ultimi tempi.
Dopo averlo provato, posso dire senza mezzi termini che è incredibilmente ripetitivo, privo di un vero scopo e, soprattutto, noioso. Ogni partita si svolge nello stesso modo: entri, raccogli cianfrusaglie a caso, scappi dai mostri, torni alla nave... e ripeti. Non esiste una progressione degna di nota, né un senso di crescita o di miglioramento. Il gioco non offre varietà reale, le mappe sono poche e tutte uguali, e la rigiocabilità è praticamente inesistente. Dopo un paio d’ore, hai visto tutto quello che c’è da vedere.
E il gameplay? Mediocre. L’IA dei mostri è poco bilanciata: a volte sembrano completamente stupidi, altre volte ti eliminano senza alcun preavviso. E non parliamo nemmeno delle animazioni: legnose e scadenti, roba che sembra uscita da un progetto amatoriale.
Ma il problema più grande di Lethal Company è la sua assurda sopravvalutazione. La community lo tratta come se fosse un capolavoro dell’horror cooperativo, quando in realtà è solo un’accozzaglia di idee viste e riviste, realizzate in modo approssimativo. La sua popolarità si deve solo ai meme, agli streamer che l’hanno pompato fino all’inverosimile e, soprattutto, alle mod della community. Paradossalmente, è proprio la community a renderlo divertente, grazie a contenuti esterni che aggiungono varietà e situazioni assurde, cosa che il gioco base non riesce minimamente a fare da solo.
Sconsiglio assolutamente Lethal Company. È un horror multiplayer che si esaurisce dopo pochissimo tempo e che non ha nulla di innovativo o appassionante. Se cercate un’esperienza cooperativa davvero ben fatta, ci sono decine di alternative migliori sotto ogni aspetto.
Voto: 2/10
Posted 7 March. Last edited 7 March.
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8.6 hrs on record
Rhythm Sprout: Sick Beats & Bad Sweets è un rhythm game colorato con un’estetica accattivante e una storia leggera. Il giocatore veste i panni di un piccolo eroe vegetale che affronta nemici zuccherosi a suon di musica, avanzando attraverso livelli scanditi dal ritmo delle canzoni.
Fin qui tutto bene, ma passiamo alla pratica: il gioco dovrebbe essere un rhythm game, ma fallisce completamente nell’aspetto più importante: il timing delle note è completamente sballato. Il problema principale sta nella calibrazione delle note, che risulta incredibilmente imprecisa. Anche se segui perfettamente il ritmo della musica, il gioco sembra avere una sua logica alternativa su quando considerare una nota "giusta".
Ma non è finita qui! Oltre alla calibrazione fallimentare, sembra anche esserci una sorta di cooldown dopo aver sbagliato una nota, rendendo impossibile premere con successo la successiva immediatamente. Questo dettaglio non è esplicitamente dichiarato, ma dà la sensazione di un piccolo ritardo forzato che interrompe completamente il flusso della canzone. Ora, normalmente mezzo secondo è poco, ma in un rhythm game è un’eternità. Non dovrebbe proprio esistere una cosa del genere in un gioco basato sulla precisione e la reattività! Invece, qui ti ritrovi a dover aspettare mentre la canzone va avanti senza di te, rendendo impossibile recuperare il ritmo e facendoti perdere completamente il senso del gioco.
Se la storia e i personaggi possono risultare simpatici, non bastano a giustificare un prodotto che semplicemente non funziona per il genere di cui fa parte. Se un rhythm game non riesce a gestire il ritmo, è già morto in partenza. Un rhythm game con un pessimo sistema di ritmo è come un platform con un pessimo salto: inutile.
Non lo consiglio assolutamente, soprattutto considerando quanti giochi musicali eccellenti esistano sul mercato. Qui non c'è sfida, non c'è precisione, e soprattutto non c’è ritmo.
Voto: 3.5/10
Posted 7 March.
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113.4 hrs on record
The Texas Chain Saw Massacre è un horror asimmetrico multiplayer che ti mette nei panni della famigerata famiglia di cannibali o delle loro vittime, in un gioco di caccia e sopravvivenza ispirato al classico del cinema horror. L'idea è intrigante e il gioco offre un'atmosfera angosciante e fedele al film, con ambientazioni cupe e un comparto audio che aiuta a creare la giusta tensione.
Il punto di forza principale è che il gioco può essere davvero divertente se giocato con gli amici. Coordinarsi in squadra, sia dalla parte dei killer che delle vittime, rende le partite più strategiche e meno frustranti. Inoltre, quando tutto funziona come dovrebbe, l’adrenalina di una fuga all’ultimo secondo o il brivido di catturare una vittima proprio quando pensava di essere al sicuro sono momenti che rendono il gioco molto godibile.
Tuttavia, i problemi non mancano, e purtroppo sono gravi.
Il primo grande difetto è la gestione delle lobby: trovare una partita può già essere un’agonia, ma il vero incubo inizia una volta entrati. Se anche solo un giocatore non preme “pronto”, l’intera lobby rimane bloccata senza un timer automatico che faccia partire la partita. Questo significa che puoi restare fermo a fissare la schermata per minuti, fino a quando qualcuno non perde la pazienza e si disconnette. E se capiti in una "dead lobby" (ovvero con meno di 7 giocatori), il 95% delle volte la partita si annulla e sei costretto a rifare la coda di matchmaking da capo. Considerando che trovare una partita richiede già tempo, rifare nuovamente una nuova coda per forse tornare in questo nuovo loop è incredibilmente frustrante.
Un altro problema enorme è il pay-to-win. Alcuni DLC sbloccano abilità e personaggi nettamente più forti, dando un vantaggio sleale a chi spende soldi extra. Un modello del genere in un multiplayer competitivo è semplicemente inaccettabile.
Come se non bastasse, il gioco non è per nulla "newbie friendly". Le meccaniche sono complesse e per nulla intuitive, e il tutorial è quasi inutile. Non spiega le strategie di sopravvivenza né come funzionano davvero gli assassini, lasciando i nuovi giocatori in balia degli esperti. Questo rende l’esperienza frustrante per chi vuole approcciarsi al gioco senza dover cercare guide esterne o passare ore a morire senza capire perché.
E arriviamo al problema più grande: la community è praticamente morta. Il numero di giocatori è drasticamente calato, il che rende trovare una partita già di per sé un’impresa. Inoltre, la bassa affluenza di utenti non giustifica l’incompetenza degli sviluppatori nel non far startare la lobby in automatico, evitando le infinite attese che distruggono il ritmo di gioco.
Ah, e poi c'è il lato migliore di tutti: il gioco decide a caso che un muro o un mobile sia la tua nuova casa. Un passo falso ed eccoti bloccato in un angolo, incastrato senza possibilità di uscita, costretto a guardare gli altri giocare mentre tu contempli il senso della tua esistenza. Nessun tasto ti salva, nessuna interazione ti libera, e così passi la partita a fissare il muro come se stessi giocando a un simulatore di decorazione d’interni. Meno male che dopo posso startare una partita molto velocemente… ah no, aspetta.
The Texas Chain Saw Massacre aveva il potenziale per essere un ottimo horror multiplayer, ma una serie di scelte discutibili lo affossa. Se giocato con amici può regalare qualche serata divertente, ma tra matchmaking pessimo, DLC pay-to-win, community inesistente e un onboarding disastroso, diventa difficile consigliarlo a cuor leggero.
Voto: 6/10 (Sufficienza presa per un soffio).
Posted 7 March.
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15.6 hrs on record (15.6 hrs at review time)
Wandersong è un’avventura musicale unica, un viaggio emozionante che unisce narrazione, colori vivaci e una colonna sonora incantevole in un mix semplicemente magico.
Il gioco ti mette nei panni di un bardo con un cuore enorme e una missione impossibile: salvare il mondo… cantando! Attraverso la meccanica del canto, dovrai risolvere enigmi, interagire con i personaggi e affrontare sfide che cambiano in base al ritmo e alla tonalità della tua voce. Il sistema di gioco è fresco e originale, capace di trasformare ogni momento in una piccola opera d’arte interattiva.
La storia è uno dei punti più forti di Wandersong: inizialmente sembra il classico viaggio dell'eroe, ma ben presto si trasforma in qualcosa di molto più profondo. Il gioco è ricco di momenti toccanti, humor brillante e una grande varietà di personaggi carismatici, ognuno con la propria storia da raccontare. Tuttavia, ciò che rende la narrazione davvero straordinaria sono i numerosi plot twist che ribaltano completamente le aspettative. Nulla è mai come sembra, e più si avanza nell'avventura, più ci si rende conto che il destino del mondo potrebbe non essere così semplice da cambiare. Il gioco esplora tematiche come la determinazione, la paura del fallimento e l'importanza di trovare la propria "voce", il tutto con un livello di scrittura sorprendentemente maturo e coinvolgente.
Il comparto artistico è un’esplosione di colori pastello e animazioni fluide che contribuiscono a rendere ogni ambientazione unica e vibrante. La colonna sonora, ovviamente, è il cuore pulsante dell’esperienza: ogni brano è perfettamente integrato nel gameplay e trasmette un senso di magia e meraviglia costante.
Wandersong è un titolo che rasenta la perfezione: presenta solo qualche piccolo bug minore, ma nulla che possa intaccare la bellezza e la fluidità dell’esperienza.
Consiglio Wandersong a chiunque ami le esperienze narrative profonde, i giochi innovativi e la musica. È un titolo che scalda il cuore e lascia un segno indelebile.
Voto: 9.5/10
Posted 3 March.
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