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Far Cry 3 è il classico Gioco Ubisoft Standard™ (da non confondere con i Giochi Ubisoft Finto-indie™, quelli usano l'UbiArt) e in quanto tale è più o meno l'equivalente videoludico di un film Marvel, non ha un target preciso ma anzi punta a piacere a tutti.
Insomma si tratta della versione FPS di Assassin's Creed, però anche se in molti aspetti risulta standardizzato (l'esempio più palese sono le torri delle telecomunicazioni e gli avamposti ripresi da attività simili presenti in AC) riesce comunque ad avere una personalità propria, vuoi per il gunplay soddisfacente e fisico o per per la trama assurda.
Un'altra caratteristica che lo accomuna ad Assassin's Creed, e che deve assolutamente possedere per essere un vero Gioco Ubisoft Standard™, è il suo essere open world: le isole Rook sono a vostra disposizione e oltre ad essere un ottimo terreno di gioco sono anche una discreta gioia per gli occhi.

Relativamente al gameplay il gioco risulta molto appagante, l'uso delle armi (rinculo, mira ecc.) è molto arcade ma grazie anche ai vari attacchi corpo a corpo, all'uso delle coperture e alle animazioni che compie il protagonista mentre ci muoviamo il gioco dà veramente la sensazione di essere i protagonisti di un film d'azione. Ma se non si ha voglia di azione rocambolesca è possibile giocare anche in maniera più stealth e ragionata, ne escono sezioni molto divertenti anche se un po' semplificate.
E visto che siamo in argomento, la difficoltà del titolo (giocato a difficoltà normale) è tarata verso il basso (specialmente quando iniziate e sbloccare i tatuaggi e le fiale ganze) se siete videogiocatori che amano la sfida potreste voler iniziare dalle difficoltà più alte. Sono però dell'idea che in un gioco di questo tipo cercare la sfida a tutti i costi sia controproducente visto che sono fatti per farti vivere un filmone.

La storia è piuttosto divertente specialmente grazie all'umorismo che permea le battute e le descrizioni degli oggetti o della fauna, oppure grazie ai personaggi sopra le righe (chi avrebbe mai immaginato che il tizio ossessionato col darci la definizione di follia non sarebbe stato il personaggio più figo del gioco?). Sfortunatamente anche se i dialoghi sono spesso ottimi non si può dire lo stesso per la trama vera e propria che sembra la versione scemotta di Spec Ops: The Line. Le premesse della storia infatti sarebbero anche interessanti, si parte dalla più classica delle fantasie di potere e si finisce a doversi destreggiare tra la fidanzata protettiva che è preoccupata perché passate troppo tempo a giocare ai videogiochi e la waifu/fantasia masturbatoria assetata di sangue (e in particolare uno dei due finali è un divertente dito medio rivolto ai classici fan dei videogiochi). Però ogni possibile sbocco interessante della vicenda viene evitato grazie ad una scrittura debole e indecisa che non approfondisce nulla per non affaticare troppo la testolina di chi gioca (come detto in apertura questo gioco deve piacere a tutti, una storia profonda non è contemplata). Il gioco si trova quindi nella strana situazione di avere una trama che risulterebbe interessante se fosse trattata seriamente mentre la scrittura rende al meglio quando è sopra le righe. Il risultato è comunque una storia funzionale ad accompagnare il giocatore tra una missione e l'altra (e persino con alcuni momenti molto riusciti) ma che lascia l'amaro in bocca perché poteva essere qualcosa di più.

Come spesso accade in questo genere di giochi le missioni principali sono abbastanza guidate e non si hanno molte possibilità d'approccio, ma salvo una fase di stanca durante un momento alla Indiana Jones dove bisogna trovare degli antichi manufatti, sono tutte piuttosto ispirate.
Fortunatamente la natura sandbox del titolo irrompe a piena potenza nella parte migliore del gioco: la conquista degli avamposti. In queste sezioni dovrete catturare delle piccole aree presidiate da nemici e la scelta di approccio sarà lasciata completamente nelle vostre mani, potete entrare furtivamente, cecchinare dalla distanza, fare piazza pulita con gli esplosivi o sfruttare qualsiasi tipo di arma vi piaccia e persino gli animali selvaggi!
Infine oltre agli avamposti restano altre numerose attività secondarie ma si tratta solo di fetch quest (raccogli tot cose, uccidi tot gente), raccolta di collezionabili, missioni carine e che spezzano il ritmo ma in sovra numero (caccia, ricercati, prove dei rakiat) e tutte quelle attività inutili che Ubisoft ama mettere nei suoi giochi ma che c'azzeccano poco o nulla e tanto quasi nessuno gioca (gare, lancio dei coltelli, poker, ecc...).

Insomma si tratta di un titolo che, se non perdete troppo tempo dietro alla mole esagerate di missioni accessorie, si rivela estremamente divertente e imperdibile non solo per i fan degli sparatutto (che anzi potrebbero trovarlo troppo facilitato) ma per quasi ogni tipo di videogiocatore.

Commento finale: “è come Catherine ma con le armi”.