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0.5 hrs on record
Truly a unique game! Click, click, click e guide your aliens.
Posted 8 August.
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3.7 hrs on record
Doki Doki Literature Club è un buon esempio di dating sim occidentale, i disegni sono molto belli e anche il character design è ben fatto, a tal punto che sembra in tutto per tutto una visual novel giapponese. Lo stile di scrittura è quello classico in prima persona con lunghi monologhi del protagonista e dialoghi tra personaggi. Questi ultimi sono classici e un po' stereotipati, ma l'idea che mostrino le loro vere emozioni tramite poesie è interessante. Restando in tema, per scegliere con quale delle tre ragazze passare del tempo dovremo "comporre" anche noi delle poesie tramite un semplice ma simpatico minigioco che ci chiederà di scegliere tra un gruppo di parole quelle che riteniamo più adatte alla ragazza che ci interessa.
Ora mi dilungherò un pò sulla storia quindi se non volete spoiler evitate di proseguire la lettura, anche perché potreste fare innervosire M_ujfkbhdbgjvcvklldcxbvàp+ès
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DDLCRece.txt ha smesso di funzionare
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Ripristino in corso...
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"Vuoi leggere la VERA recensione?"
Y/N
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///SPOILER ALERT///
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Immagino che la vera forza di Doki Doki Literature Club sia che davvero in pochi l'hanno iniziato senza sapere che oltre all'estetica anime/kawaii c'era altro. Per quanto il gioco cerchi di nasconderlo, le recensioni e i tag su Steam lasciano facilmente intuire che il dating sim è solo una facciata. E se proprio uno ignora tutto ci pensa comunque l'avviso riguardante i contenuti che appare a gioco avviato.

Il primo atto è sicuramente quello più riuscito, sai che sta per succedere qualcosa di brutto ma il gioco gestisce molto bene le sue carte facendoti aspettare e centellinando indizi fino alla conclusione dell'atto che, pur risultando prevedibile, resta d'impatto.
Sfortunatamente l'atmosfera del primo atto viene rapidamente modificata con una meno riuscita che punta all'horror in maniera decisa, ma che in molti momenti rischia di cadere nel comico involontario.

Dal secondo atto la parte relativa ai problemi psicologici delle protagoniste, che poteva risultare molto interessante, viene ridimensionata a favore di un horror gore più spiccio talmente edgy che in alcuni "momenti forti" è veramente difficile trattenere le risate.

Permangono momenti molto riusciti, in particolare la gestione delle musiche e dei glitch riesce a creare un atmosfera veramente inquietante, peccato che l'incantesimo si rompa quando accadono scene degne di una delle più becere creepypasta tra occhi che esplodono e gente che si pugnala all'addome.

Il finale è interessante, soprattutto per la parte di meta-videogioco. Peccato che gli sviluppatori non abbiano avuto abbastanza fiducia nei giocatori finendo per rendere il metodo che permette di concludere il gioco troppo facile da capire, spiegandolo come se ci trovassimo in un tutorial.

La storia è carina ma ha un po' la sfortuna di arrivare dopo una serie di videogiochi come Undertale, Pony Island e Spec Ops: The Line senza aggiungere nulla di veramente nuovo. In più i due finali sono troppo sbrigativi e le scelte sono estremamente finte (e me ne sono accorto anche se ho avuto la fortuna di scegliere la route di Yuri, probabilmente la più adatta).

Sarebbe però ingiusto criticare soltanto, Doki Doki Literature Club è comunque un gioco gratuito e va comunque notato che non sfigura minimamente anche se affiancato a prodotti commerciali, in più Monika è un personaggio interessante anche se meritava un approfondimento maggiore.


In definitiva Doki Doki Literature Club è un esperimento interessante ma che ha forse il problema di essere troppo ambizioso per un'opera prima (o giù di lì) finendo per fallire proprio quando dovrebbe brillare. Vale comunque la pena provarlo e non solo perché è gratuito, però state attenti all'edgyness.

Commento finale: “Yuri M0__k@ best waifu”
Posted 6 December, 2017. Last edited 7 December, 2017.
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4.2 hrs on record
Contentino per i fan di The Walking Dead, racconta una storia con protagonista MIchonne.
La storia è breve e non è nulla di clamoroso ma riesce a tenere l'interesse alto per tutta la durata del titolo.
Il gameplay è il solito delle serie Telltale, anche se mi è parso maggiore il contenuto di quick time event relativi alle scene d'azione. Una nota sui quick time event, a me generalmente non dispiacciono in questo genere di giochi (anche se quelli di Telltale tendono ad essere ripetitivi) ma qui vista la quantita e visto che spesso erano legati a scene d'azione prive di particolare coinvolgimento mi hanno un po' annoiato.
Le scelte come al solito tendono ad essere abbastanza finte.
Se siete dei fan acquistatelo, altrimenti vi conviene provare prima le serie Telltale più corpose e ambiziose.
Posted 5 August, 2017. Last edited 6 September, 2017.
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16.0 hrs on record
Enslaved: Odyssey to the West è un gioco d'avventura sviluppato da Ninja Theory e ispirato al famosissimo classico della letteratura cinese: Dragonball. Il gioco ci mette nei panni di Monkey, un selvatico guerriero dotato di una moto in stile Akira e un bastone che è anche un'arma da fuoco. Monkey si troverà controvoglia ad aiutare una giovane ragazza hacker, Trip, a raggiungere il suo villaggio in un mondo infestato da pericolosi robot assassini.

Action adventure sviluppato nel 2013 da Ninja Theory, anche autori di Heavenly Sword e DmC: Devil May Cry, come per le altre opere dello studio Enslaved è un titolo solido, in alcune sue componenti perfino eccelente, ma con alcuni difetti che rendono difficile consigliarlo a tutti.
Il problema principale del titolo è sicuramente in combattimento, troppo semplicistico e con una quantità striminzita di combo. A questo si aggiunge la bassa varietà di avversari, che saranno gli stessi quattro o cinque per tutto il gioco, e delle boss fight divertenti ma per nulla originali.
Per concludere la "rosa dei problemi" è doveroso segnalare che nel gioco è presente la possibilità di sviluppare il protagonista con un albero delle abilità stile GdR davvero poco ispirato, le abilità tra cui scegliere sono le classiche: salute aumentata, danni maggiorati, qualche nuova combo...

Fortunatamente nel gioco non si combatte solo e ci verranno messe davanti una discreta varietà di situazioni, già viste ma comunque divertenti, immancabili classici del genere come la torretta per sparare a orde di nemici, la sezione dove dobbiamo scappare da qualcosa con la telecamera di fronte al protagonista, gli enigmi ambientali e... insomma vi siete fatti un idea.
Queste situazioni, per quanto non molto originali, sono tutte ben inserite e aiutano a dare un buon ritmo al gioco.

È interessante vedere una coppia di protagonisti, scelta molto comune nelle storie raccontate da altri media ma che nei videogiochi si trova spesso di fronte a una serie di complicazioni (ciò non toglie sia comunque utilizzata, vengono in mente titoli famosi come Ico o The Last of Us). Enslaved risolve in maniera convincente i problemi che potrebbero sorgere quando si ha come accompagnatrice un I.A. piuttosto primitiva. Trip ci accompagna per tutto il gioco ma raramente è un peso, possiamo anche impartirle degli ordini e la cosa ci sarà utile soprattuto negli enigmi. In più per fortuna Trip non è sempre in pericolo visto che avrà l'accortezza di tenersi lontana dalla maggior parte dei combattimenti, ma allo stesso stesso tempo gli sviluppatori hanno giustamente deciso di non renderla immortale e ci saranno alcune occasioni in cui dovremo proteggerla.

Come tutti i giochi di Ninja Theory il lato artistico/visivo di Enslaved è eccellente, i personaggi e il mondo che li circonda hanno un design accattivante e in particolare la scelta dei colori è interessante e rende alcune sezioni di gioco veramente memorabili. Aihmè, sempre come tutti gli altri titoli Ninja Theory, la storia soffre di numerosi problemi e in generale parte con un ottimo incipit ben ritmato che presenta efficacemente i protagonisti. Precipita poi in un secondo atto lento e con pochi avvenimenti significativi e capitola in un finale sbrigativo e deludente.
Fortunatamente ci sono i personaggi che risollevano il tutto, il rapporto tra i due protagonisti è narrato in maniera eccellente e veramente interessante e il coprotagonista che va ad affiancargli è probabilmente il personaggio più carismatico tra i tre o almeno il più divertente.

Proprio a questo terzo personaggio è dedicato il DLC "Pigsy e il partner perfetto", aggiunta simpatica che con la scusa del nuovo protagonista cambia le meccaniche rendendole più simili agli stealth e trasformando i combattimenti in puzzle dove utilizzare al meglio le proprie abilità.

Enslaved non è un capolavoro ma se cercate un titolo lineare e con una durata nella media potrebbe interessarvi, un po' come i film che passano in TV di sabato pomeriggio: raramente sono capolavori ma ciò non toglie che ti possano divertire in una giornata noiosa.
Posted 21 July, 2017. Last edited 30 October, 2017.
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37.6 hrs on record (36.1 hrs at review time)
Il secondo capitolo della serie di videogiochi The Witcher, prodotta da CD Projekt Red e ispirata ai libri di Andrzej Sapkowski, risulta già a prima vista molto differente dal primo capitolo. Il passaggio al nuovo motore grafico ha giovato molto, The Witcher 2 è ancora oggi un gioco bellissimo da vedere e ha tra i suoi maggiori punti di forza dei colori vividi utilizzati con maestria per dare vita ad alcune tra le ambientazioni più belle e realistiche che mi sia capitato in vedere nella mia carriera da videogiocatore. Un altro grosso lato positivo è la storia, come per il primo capitolo, il fatto di essere tratto da una serie di libri dona una particolare "profondità" all'universo di gioco popolandolo di personaggi carismatici (partendo dal protagonista) e dipingendo un mondo vivo e pieno di dettagli.
Sfortunatamente The Witcher 2 viene però affossato da una tremenda serie di problemi che rendono difficile godersi quanto di buono ha il gioco.

Tra questi quello che mi ha dato maggiormente fastidio è il combattimento. Già il primo capitolo cercava di mescolare GdR e Gioco d'Azione donando una maggiore reattività al combattimento e il risultato era dalle parti del dimenticabile seppur funzionale. The Witcher 2 rincara la dose con un combattimento ancora più action (che sembra un ibridazione tra un sistema alla Arkham e Dark Souls) ma che fa risaltare maggiormente i problemi, tra lock on sui nemici che non funziona mai come dovrebbe e Geralt che compie troppi movimenti inutili tra un attacco e l'altro; a questo si anggiunge il fatto che ci si trova a dover gestire un ventaglio di possibilità troppo ampio fatto di parate, contrattacchi, segni, coltelli e bombe che, al posto di aggiungere profondità al combattimento, finiscono solo col renderlo più macchinoso (e se si utilizza il mouse, semi ingiocabile).

Il problema della quasi ingiocabiltà col mouse appare anche nei minigiochi che infarciscono il titolo, in particolare quello dei dadi è veramente troppo sensibile senza controller anche se, tolto il problema mouse, tra i vari minigiochi è sicuramente quello più divertente. Gli altri due, pugilato e braccio di ferro, sono veramente poco ispirati.
In maniera simile a questi minigiochi il titolo inserisce durante la storia alcuni momenti che deviano dal normale gameplay, tra questi vi sono l'utilizzo di balliste e quick time event durante le boss fight (che è anche possibile disattivare dal menù delle opzioni) e soprattutto alcune tra le peggiori sezioni stealth di cui ho memoria.

Ci sono grossi problemi anche con i menù che si rivelano di difficile navigazione e richiedono troppi passaggi per fare ogni cosa, da questo lato le parti peggiori sono sicuramente il menù dedicato al crafting dell'equipaggiamento, che è sia scomodo che brutto a vedersi, e la mappa che per quanto gradevole alla vista e ben integrata all'ambientazione fallisce nel rendere leggibile qualsivoglia ambientazione. Le missioni (sia quelle principali che quelle secondarie) sono interessanti e anche quelle più banali hanno spesso dietro una storiella interessante o divertente ma spesso sono mal spiegate ed è difficile capire come farle progredire, e da questo punto di vista il fatto che se ne possa tenere solo una "attiva" (ovvero segnata sulla mappa) di certo non aiuta.
Ci sarebbe da segnalare anche la linearità dei dungeon ma tra la mappa e il resto dei problemi diventa quasi un lato positivo.

The Witcher 2 non è un brutto gioco, lascia però la sensazione che gli sviluppatori abbiano cercato di inserirvi all'interno più cose possibili e così facendo ne abbia risentito la qualità del tutto. La parte da GdR è ben fatta, la progressione del personaggio e delle armature dà soddisfazione, ci viene data la possibilità di interpretare lo strigo in maniera convincente grazie a delle scelte che non vanno mai fuori dal personaggio e in questo senso anche la scelta principale (quella che va a cambiare il secondo atto di gioco) è ben gestita. In generale se si cerca una buona esperienza GdR e si è disposti a scendere a patti con un gameplay mediocre The Witcher 2 è sicuramente consigliato, se invece cercate un gioco solido e dal gameplay accattivante passate oltre.
Posted 22 May, 2017. Last edited 27 November, 2020.
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5.0 hrs on record
Un gestionale semplice e rilassante.
Come molti di questi prodotti si tratta in larga parte di aspettare l'arrivo di risorse per poi gestirle nel migliore dei modi.
L'ambientazione di Fallout è ben sfruttata e aiuta a dare una personalità definita al gioco.
Come gioco mobile è ottimo ma, come altri esponenti della categoria, fuori dal proprio ambiente fatto di partite mordi e fuggi si nota più velocemente quanto questi giochi manchino di sostanza.
Sinceramente trovo che giocarlo su pc abbia poco senso, ma visto che è gratis provare non costa nulla.
Posted 8 May, 2017. Last edited 9 May, 2017.
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18.7 hrs on record (18.7 hrs at review time)
Non so quanto abbia senso, arrivati a primavera del 2017, scrivere una recensione su Undertale. Si è parlato talmente tanto e in modo così positivo di questo gioco che andare ad aggiungersi al coro degli entusiasti sembra privo di senso.
D'altro canto Undertale mi veramente colpito in modo profondo e, allo stesso tempo, mi piaciuto così tanto che mi sembrava ingiusto non scriverne.

Premettendo che Undertale è un'esperienza che si vive al meglio meno si conosce il gioco, ora cercherò di spiegare cosa mi è piaciuto di esso. Ritenetevi avvisati: le righe successive protrebbero rovinarvi i primi momenti di gioco.
Cos'è Undertale? Un gioco indipendente creato da Toby Fox che si ispira ai vecchi Jrpg (Mother, Legend of Zelda, ecc...).
In questo classico meccanismo fatto di visuale a volo di uccello, incontri casuali, enigmi, esplorazione e tanti dialoghi; si innesta un interessante sistema di combattimento ispirato ai bullet hell. A questo va anche aggiunta la possibilità di assumere un atteggiamento pacifista e rinunciare ad uccidere i mostri che ci attaccano, in questo modo ogni nemico si trasforma in un piccolo e semplice puzzle dove cercheremo di capire come allontanare l'avversario.

Ma non si può ridurre Undertale ad alcune semplici, seppur azzeccate, soluzioni di gameplay. In questo gioco la parte del leone la fa infatti la narrazione. Perfettamente innestata nelle meccaniche di gioco e sempre a metà tra la metanarrazione e un racconto di tipo più classico, Untertale delinea un mondo coinvolgente e interessante che assume spessore più ci si addentra nel titolo (nei primi minuti di gioco può infatti facilmente risultare "già visto").
A questo si aggiungono personaggi simpatici e carismastici che restano facilmente nella memoria di chi gioca, nonché un umorismo a metà strada tra il cartone animato americano (in special modo alcuni di Cartoon Network o roba più moderna come Adventure Time e Gumball) e il nonsense da image board.

Per quanto ritenga che il gioco presenti un momento di stanca nella zona Hotland dove gli enigmi diventano troppo presenti e la storia troppo stiracchiata, il resto del ritmo di gioco è ottimo. La narrazione è sempre la cosa che guida il giocatore e non ci sono momenti aperti dove si viene lasciati in balia di sé stessi (alla fine ci si trova a percorrere quello che in definitiva è un enorme corridoio). La cosa può risultare strana, visto che ho paragonato questo gioco ad un Jrpg, ma su questo gioco funziona egregiamente. Forse l'unico rischio è che la linearità dell'esperienza possa togliere ad alcuni la voglia di fare altre run del titolo perdendo così una parte dell'esperienza totale di Undertale.

Sicuramente Undertale non è un gioco adatto a tutti (anche se su questo punto l'internet sembra volermi smentire) ma è anche un esperienza interessante e che piaccia o meno credo valga la pena sperimentarlo.

Commento finale: "La colonna sonora è qualcosa di strepitoso, se anche non ve ne frega nulla del videogioco almeno ascoltate quella"
Posted 1 May, 2017. Last edited 4 May, 2017.
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3.3 hrs on record
Un'interessante reinterpretazione in salsa endless runner del classico Pac-Man. Le meccaniche sono quasi le medesime del gioco originale ma il livello prosegue all'infinito generandosi in maniera procedurale (anche i "set" sono veramente pochi e in breve temppo si imparerà a riconoscerli) e, quindi, l'obiettivo passa dal ripulire il livello al fuggire dal glitch che ci insegue cercando di far salire il punteggio e di evitare i fantasmini.

Fantasmini che troveremo in enormi quantità nel livello e che in maniera un po' infame può capitare che ci attacchino da dei "punti ciechi" al di fuori dello schermo (quelli rosa in particolare) senza poterci difendere efficacemente da loro. Per fortuna in generale il gioco è raramente ingiusto e imparare le caratteristiche dei fantasmi in base al colore è divertente. Per sopravvivere alle orde di fantasmi riceveremo come aiuto, oltre alla classica power pill, anche dei power up dallo stile molto classico (ad esempio: rallentamento nemici, scia infuocata al nostro passaggio, magnete per bonus).

I power up sono forse l'unico punto debole del titolo, non perché mal s'innestano nel sistema di gioco ma perché rivelano la natura furbetta e mobile del gioco. Infatti è possibile far "salire di livello" i vari power up, inutile dire che la progressione di tutto questo è molto lenta e odora di free to play (anche se il gioco non lo è assolutamente) finendo per allungare in maniera inutile l'esperienza di gioco. Molto positiva invece la presenza di numerosi temi che permettono di cambiare l'estetica di gioco, si passa da reiterpretazioni di grafiche retrò fino ad ambientazioni stravaganti come un'ufficio o la luna.

In definitiva si tratta di un gioco consigliato se si cerca qualcosa per ammazzare il tempo e da giocare a piccole sessioni tra titoli più impegnativi.

Commento finale: "Championship Edition è però di tutt'altro livello"
Posted 8 March, 2017. Last edited 12 March, 2017.
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2.2 hrs on record
Pony Island è sicuramente un'esperienza interessante,
I puzzle e le sfide sono ben congegnate, anche se caratterizzate da un grado di sfida abbastanza basso.
La parte dove si gioca al "vero" Pony Island è deludente, ok è una battuta ma viene proposta troppe volte per quello che è (ovvero un platform estremamente basico).

Insomma ci sono degli ottimi spunti ma vengono troppo diluiti (probabilmente per far durare il gioco più del "tempo di refund") e la sensazione che il gioco lascia è quella di una battuta tirata troppo per le lunghe.

Il giudizio è quindi positivo (tanto in saldo costa veramente poco) ma non fatevi troppe aspettative o rischiate di rimanere delusi.

Commento finale: "Satana è un pessimo game designer"

Ps: una nota finale sulla traduzione italiana. Da metà gioco in poi tutti i testi sono tornati in lingua inglese, non so perché. Nel caso non sappiate bene la lingua vi ho avvisato.
Posted 23 January, 2017. Last edited 25 March, 2017.
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23.0 hrs on record
Iniziamo subito a carte scoperte: apprezzo molto le serie di Telltale e sono una delle quattro persone a cui Remember Me è piaciuto un sacco. Capirete bene quindi come, anche prima che il plebiscito dell’internet lo acclamasse come la seconda venuta di Gesù sulla terra, le mie aspettative verso Life Is Strange fossero alte.
Sono state rispettate? Decisamente, il videogioco che mi sono trovato davanti è sicuramente un ottimo prodotto e, anche se sono probabilmente fuori target per adorarlo alla follia, è sicuramente uno di quei titoli che mi resteranno nella memoria.

Life Is Strange è un avventura grafica del nuovo corso con un taglio più cinematografico e meno enigmi, suddivisa in cinque episodi e sviluppata da Dontnod Entertainment già autori dell’ottimo Remember Me. La storia racconta di Maxine, una studentessa che scopre di poter riavvolgere il tempo poco prima di ricongiungersi a Chloe, una amica che non vedeva da anni. Insieme Max e Chloe dovranno cercare di risolvere i misteri che avvolgono la loro città.
Il pregio principale del gioco sono sicuramente i personaggi, all’inizio sono tutti dei cliché che camminano ma avanzando negli episodi vengono sviluppati bene. In particolare Max è un ottima protagonista, una brava ragazza ma con un leggero lato insopportabile che la rende più simpatica (o magari più irritante, immagino dipenda dai punti di vista). La storia è buona e, anche se ci sono dei momenti più riusciti di altri, in generale tutti gli episodi si attestano su un ottimo livello, l’ultimo episodio in particolare prende una piega inaspettata e veramente interessante. La trama tratta anche temi che si vedono raramente in un videogioco come il bullismo, l’uso di droghe o l’aborto; la maggior parte di questi temi viene perlopiù accennata ma quello principale (bullismo) è ben sviscerato.

Visto che come nelle serie Telltale “le scelte del giocatore influiscono sullo svolgimento degli eventi futuri”, il potere di Max viene sfruttato principalmente per permettere al giocatore di modificare le scelte fatte durante il gioco se non è contento dell’esito. Per quanto l’idea sia interessante questo finisce per togliere peso alle scelte morali™ che il gioco ci farà affrontare. L’abilità della protagonista viene sfruttata anche in alcuni semplici enigmi che sono probabilmente l’aspetto più debole del gioco, è ovvio che il focus del titolo sia un altro ma con il potere che la ragazza si ritrova si potevano escogitare enigmi più creativi.

Dal punto di vista visivo il gioco cerca di fare quello che può ma come in Remeber Me il design scelto dona grande fascino al gioco, in particolare le texture “pittoriche” nei momenti migliori riescono veramente a fare sembrare il gioco un artwork. La musica… è ok immagino, i brani sono molto in stile colonna sonora di un film del Sundance e non rientrano proprio nel mio genere ma ricordo di averle abbastanza apprezzate durante il gioco, però non mi sono neanche rimaste impresse…

Il problema maggiore che posso ascrivere a Life Is Strange è sicuramente il finale (o meglio i finali), senza entrare in particolari per evitare spoiler: non è che sia brutto è solo che trovo sia stato gestito in modo molto debole. Telltale nelle sue serie a dimostrato di saperli gestire molto meglio.

Commento finale: “Per un attimo avevo pensato di scrivere questa recensione riempiendola di slang come nel gioco, ringraziate che ho evitato”
Posted 13 January, 2017. Last edited 26 December, 2017.
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