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Ho deciso di mollarlo, ma la mia recensione è positiva:

Un po' perché se lo mollo è per questioni molto personali (vedi paragrafo sotto), un po' perché credo sia stato fin troppo bistrattato per le magagne con cui è uscito: tecnicamente non sarà eccelso, ma secondo me tra i vari eredi della scuola di Baldur's Gate & Co resta uno degli esponenti più interessanti, anche perché testimonial di Pathfinder e della sua ambientazione di punta un po' come all'epoca i Black Isle diffondevano il verbo di D&D.

Perché ho deciso di mollarlo

Perché sono vecchio, mi annoio in fretta e in un gioco di ruolo non ho più la pazienza di sorbirmi ventordicimila combattimenti e perdere tempo tra loot e pozioni: vorrei più dialoghi, interpretazione, sequenze da librogame con tiri di dado (molto prossime al GDR carta&penna) e pochi scontri, ma buoni.

Intendiamoci: questo problema oggi lo soffro anche nelle vecchie glorie del passato come Baldur's Gate, la differenza è che all'epoca avevo più tempo libero e meno giochi a disposizione.

Se avete amato BG e non soffrite della mia senilità, consiglio di darci almeno un'occhiata. Il buon Pathfinder se la merita.

Questa recensione è negativa per un po' di fattori, ma di un negativo tendente al neutrale, nessuna stroncatura.

Partiamo con i CONTRO:

- Più facile della versione originale. Personalmente avrei inserito l'opzione "incontri 0" mantenendo la difficoltà invariata dalla versione NES
- L'auto-battle per me è una feature inutile, avrei preferito la possibilità di aumentare la velocità dei combattimenti
- Non ci sono alcuni contenuti aggiuntivi realizzati nei precedenti remake (PS1 e Dawn of Souls per GBA)
- Bug visuali con certi shader (effetti acqua, lava)
- Il font è orribile. Facilmente sistemabile certo, ma è abbastanza ridicolo che non ci pensi direttamente Square Enix
- Il prezzo pieno (11.99) secondo me è un po' alto, specie alla luce di quanto detto sopra. Per me il prezzo dovrebbe essere 9 euro, scontato a 5-6.

PRO:

- Graficamente splendido: forse la resa più bella della pixelart della Maestra Kazuko Shibuya, specie dopo il recente passato e l'orrore visto nella versione di Final Fantasy VI del 2014
- Musicalmente favoloso (la OST del Tempio del Chaos in questa versione è da commuoversi)
- Minimappe e vari elementi d'interfaccia graditissimi

MORALE:

Io amo Final Fantasy: è la mia serie di videogiochi preferita (fino a Final Fantasy X), adoro la pixel art, Nobuo Uematsu, il gameplay dei vecchi JRPG (anche se non ho più l'età per così tanti incontri casuali...)

Se siete più o meno del mio partito, l'acquisto ha perfettamente senso.

Per tutti gli altri, no: il primo Final Fantasy vanta certamente un'importanza storica assoluta nel settore, ma se siete spinti dal mero gusto "archeologico" penso sia meglio giocare all'originale NES.

Le soluzioni narrative, i personaggi e il senso dell'epica tipico della serie doveva ancora arrivare: se manterrà
questo livello tecnico, credo che Final Fantasy IV Pixel Remaster potrebbe essere un fantastico punto di partenza.

Mi dispiace, ma sarebbe stato meglio un film.

Massima stima per lo Studio Fow, ma:

- Il gameplay da shotter per me è mortalmente noioso (un bit blaster a caso è più divertente)
- Il grid combat a turni non è male, ma niente di particolarmente trascendentale

ma soprattutto, l'aspetto da gameplay erotico è praticamente assente, quindi in questo senso basta un qualsiasi gioco della Illusion Soft per insegnare qualcosina.

Dal lato narrativo, diciamo che è molto più una faccenda di gusti: personalmente l'ho trovato uno humor da Porky's o Pornholio (vecchi giochi flash del 200X), ovvero il corrispondente americano di un nostro cinepanettone (e ci sta) unito ad un'inutile verbosità nerd con rotture della quarta parete che alla lunga sembrano più rotture di qualcos'altro (e questo ci sta meno):

Come detto comunque credo che come film/serie lo avrei senz'altro potuto apprezzare, ma come gioco giocato 25 carte non li vale (rimborso richiesto), anche tenendo conto che parliamo di un accesso anticipato: dubito ci potranno essere stravolgimenti sostanziali

Più porno, meno gioco!

Uno di quei casi in cui farebbe comodo una recensione "media".

Specifico che non amo molto i survival (o meglio, non amo farming & co) e che ovviamente meriterebbe altre ore per essere valutato a dovere, quindi se mai ci ritornerò sopra mi riservo il diritto di aggiornare questa recensione.

Pro

• Il viaggio spaziale (decollo, atterraggio eccetera senza schermate di caricamento in mezzo)
• Esplorazione appagante in molti punti

Contro

• "Bello senz'anima": sarà certamente meglio di com'era all'uscita, ma mi pare comunque un gioco un po' privo di "cuore"
• I pianeti offrono una varietà molto "relativa"
• Sistema di crafting / inventario inutilmente bizantino
• "Nexus" a parte, c'è poca vita nell'universo
• Invece di aggiungere "pokemon" preferirei pianeti più ricchi di vita civilizzata

Se non fosse per gli ovvi vantaggi del 3D (legati all'esplorazione spaziale e l'utilizzo dell'astronave) secondo me Starbound lo supera più o meno in tutto.

In generale, non vale assolutamente 55 euro: spendetecene al massimo 25.

Per me è l'Elder Scroll migliore di sempre per una miriade di fattori.

Certamente ha bisogno di OpenMW e qualche mod per essere gestito a dovere, ma di suo possiede un'immersività senza pari, una lore, un senso dell'esplorazione (fisica e culturale) che mi fanno innamorare ogni singola volta.

Non so più quanti personaggi ho interpretato tra le lande di Vvanderfel (e più di una buona metà non ha mai incontrato Caius Cosades): probabilmente è uno di quei videogiochi che mi porterò nella tomba.

Non è un semplice, splendido parco giochi come Skyrim (per citare la mia recensione a TESV), è un paese in cui ogni tanto è bello tornare anche solo per leggersi un libro o fare quattro chiacchere con Divayth Fyr o uccidere Fargot.

Morrowind è per pochi, e quei pochi ci si devono innamorare per capirlo e viverselo, dimenticando il mondo reale dalla quale provengono.

Tiene sorprendentemente fede al suo nome e risulta splendidamente inserito nella contemporaneità del mondo reale.

In questo senso, è "distopico ma non troppo" perché in qualche misura un "Orwell" esiste davvero, anche se principalmente con scopi pubblicitari.

Delizioso e assolutamente consigliato a tutti i fan dell'investigazione, del cyberpunk e di Black Mirror!

Come e più del primo, è un gioco che può piacere davvero solo a chi c'era.

O forse no:

Resta pur sempre un'interessante avventura testuale per tutti credo, ma beh...non è un caso che i protagonisti siano classe '89 come il sottoscritto, e proprio per questo ho avuto parecchi flashback di 10-12 anni fa.

E c'è anche un altro fattore: io amo ciò che chiamo il Web 1.5, vale a dire quello in cui i social media o erano acerbi o proprio non esistevano.

Un'epoca in cui a navigare c'era molta meno gente.

Gente concentrata su forum, msn, siti statici o il vecchio youtube con le stelline.

Anche qui: chi c'era, sa. E sebbene non sia tutta nostalgia, la fetta più grossa di Emily is Away Too è chiaramente composta da quest'ultima.

Ecco: per chi si riconosce in quel periodo, chi lo sente indelebilmente legato alla sua adolescenza, questo gioco è una dolcissima, crudele Madeleine de Proust.

Per tutti gli altri: valutate bene l'acquisto, perché non è affatto detto che ci troverete un titolo adatto a voi.

Skyrim è un eterno blockbuster e, potendo contare la miglior comunità di modders del settore, resta forse il miglior RPG "parco giochi" di sempre, giocandosela con il predecessore Oblivion, molto più grezzo ma dall'ambientazione più neutrale e adattabile a personaggi di diverso tipo (del resto Cyrodill è la provincia cosmopolita per eccellenza).

Anche giocato vanilla, Skyrim offre tremende possibilità d'immersione e roleplay:

- Il classico giovane guerriero nord che smania dalla voglia di entrare nei compagni
- il rifugiato dunmer che sogna un futuro migliore per la sua gente, venera Azura e rimpiange la potenza di qualche Grande Casata
- L'argoniano vampiro che, seguendo gli Hist e l'antica tradizione degli Shadowscale, ha intenzione di restaurare la Confraternita Oscura
- Un semplice fabbro Orco che non ha alcun interesse a combattere o girovagare, ma vuole solo mettere parte abbastanza septim per comprarsi una casa e magari metter su famiglia

eccetera, eccetera, eccetera.

Skyrim offre un'orgia per la vostra fantasia, un setting splendido e infinite possibilità al giocatore, sacrificando molti aspetti del gameplay (assolutamente semplice, snello e un po' povero) perché, in fin dei conti, combattimenti livelli loot e tutte le varie meccaniche hanno importanza solo fino a quando il giocatore stesso ha intenzione di concedergliela.


Chi vi scrive segue la serie dai tempi di Daggerfall e resta col cuore saldamente ancorato alla magica Morrowind (un po' come Lorkhan :D), anche per questo mi preme far notare una cosa:

Skyrim ha un peso del tutto diverso per chi conosce dove si sta muovendo, ha letto libri su libri sulla lore tanto da poter dare a Yagrum Bagarn del tu.

Per tutti i profani (n'wah!), TESV resta potenzialmente "solo" un ottimo parco giochi non troppo diverso da un The Sims incrociato con un Dungeon Crawler che può pure annoiare in diversi punti.


Molti fan di vecchia data disprezzano troppo duramente Skyrim perché, se paragonato a Morrowind o Daggerfall, offre una main quest obbiettivamente tremendamente debole a livello narrativo, anche se direi decisamente più evocativa di quella di Oblivion (che in questo senso per me fu un vero passo falso).

A livello di scrittura si poteva fare di più? Certamente, anche per quanto concerne gilde e missioni secondarie, sebbene gli esempi memorabili non manchino anche qui.


"Easy" RPG openworld superbo per tutti quanti, capolavoro d'immersività per molti, ma anche possibile delusione per taluni vecchi fan della serie TES.

(NOTA: alle ore su steam andrebbero aggiunte altre 150 più o meno, in precedenza l'ho giocato su piattaforme diverse)

Che dire?

'Na fetta del mio corazòn espinado.

Potrei tranquillamente tradurre l'ottima recensione in inglese di FatedCourage, perché fondamentalmente condivido tutto ciò che ha scritto, ma tanto vale metterci (un bel po' di) parole mie, se non altro per una faccenda d'affetto e rispetto.

--- SINTESI ---

L'originale versione Playstation è molto più bella, performante ed ottimizzata sin da subito. Quella che trovate qui può essere migliorata con mod e quant'altro (indispensabili, specialmente a livello audio -> https://gtm.steamproxy.vip/sharedfiles/filedetails/?l=italian&id=201036734 ).

Niente di complicato, per carità: diciamo che però Square Enix non si è certo sprecata in questa riedizione del pessimo porting EIDOS uscito in concomitanza con l'originale PSX.

Anche per questo, consiglierei l'acquisto solo ai fan più accaniti della serie ed estimatori del titolo in questione che amano giocare al PC.

--- PAPELLO ---

Final Fantasy VIII per me è l'esperienza videoludica più bella, intensa e suggestiva di sempre.

Lo è per imprinting, nostalgia, vita personale, amori, amicizie, infanzia, formazione e crescita...e molto banalmente lo è perché resta un videogioco bellissimo, un grandioso esponente della vecchia scuola del Gioco di Ruolo Giapponese nel pieno del crepuscolo dei magici anni '90.

Detto questo, la Squaresoft ha offerto videogiochi certamente più importanti e meritevoli di osanna:

Final Fantasy VI, Final Fantasy VII, Final Fantasy Tactics, Xenogears... giusto per citarne 4.

Ci sono davvero molti JRPG più maturi, dalle costruzioni narrative certamente più intricate e dotati di personaggi maggiormente complessi / psicologicamente profondi di quelli di Final Fantasy VIII.

Inoltre diciamolo: seguire un capolavoro epocale quale fu Final Fantasy VII rappresentò un'impresa di per se.

Però Final Fantasy VIII, nel suo essere a suo modo il primo così spiccatamente occidentale, riuscì ad incastrarsi perfettamente nell'anima teenager e J-POP per come la s'intendeva tra il 1999 ed i primissimi anni 2000 (in linea di massima l'epoca che da noi corrisponde con l'MTV Anime Night con i suoi vari Cowboy Bebop, Evangelion, Le situazioni di Lui & Lei, Excel Saga, Nana ecc.).

Final Fantasy VIII ha una trama epico-romantica dal taglio molto classico, fusa con un'ambientazione affascinante e l'ossessione per il Tempo, sia esso letteralmente "compresso" o visto in conflitto "generazionale" tra passato, presente e futuro:

Final Fantasy VIII è un mix tra romantica storia di scuola da manga nipponico e l'idea della guerra, del viaggio, del mistico rapporto tra tecnologia e magia.

In questo senso, narrativamente non è certo una canzone dei Dream Theater, ma una Moonlight Shadow di Mike Oldfield: questo va tenuto sempre bene a mente (specie se si è cinici pseudo-adulti che amano etichettarsi come "gamer" alla ricerca di una non meglio precisata connotazione sociale).

Del resto la trama è solo uno degli elementi (ed il più facile da decodificare) che dovrebbero interessare il giocatore:

Final Fantasy VIII nasconde una marea di dialoghi, storie e piccoli segreti legati alla concezione del proprio mondo, con tanti dettagli che a molti possono sfuggire (basti pensare a quante chicche stanno nella guida nel menù di gioco, o nel terminale di classe).

Più palesemente offre una colonna sonora mozzafiato ed è stato uno dei primi videogame ad enfatizzare il linguaggio del corpo e la gestualità, nobilitandoli al pari del dialogo platealmente scritto.

Dal punto di vista del gameplay, il sistema Junction fu un salto nel buio probabilmente fin troppo incoscente, il Triple Triad un sottogioco fantastico e l'introduzione dell'abilità "Incontri 0" 'na mano santa per tutti quelli che ogni tanto amano girovagare solo per il gusto di farlo.

Altro da dichiarare?

Moltissimo, ma sono dichiaratamente di parte e ho già speso fin troppe parole (anzi, ringrazio anticipatamente chi è stato così paziente di arrivare fino a qui :D).

In definitiva ? Se siete di casa con i JRPG lo potreste benissimo amare od odiare: dipende tutto dalle vostre corde.

E per quanto mi riguarda, le mie da una ventina d'anni suonano al concerto di F.H. :)

Avrei voluto proseguirlo, ma la voce di Hastings è così fastidiosamente ridicola da farmi rivalutare il doppiaggio USA di Dragon Ball Z (sì, it's over nine thousand eccetera).

Aldilà di questo importante dettaglio uditivo, però, si aggiungono altre magagne mica da poco:

• L'interfaccia d'insieme è poverissima: sembra un freemium a caso per smartphone più che un'avventura grafica come Guybrush comanda
  
• Il ritmo è clamorosamente sottotono: tra movimenti, dialoghi e colonne sonore da pornoascensore anni '70 si ha spesso la sensazione di controllare Poirot in un barattolo di melassa
  
• I rompicapo sembrano messi per "amor di giocabilità" anche quando assolutamente fuori contesto (na povera tabacchiera che ha in casa un set di scatole degno del Mago Silvan per nascondere un po' di ciarpame? Davvero?)
  
• Lo stile grafico è povero e piuttosto discutibile, ma questa più di ogni altra cosa è anche una faccenda di gusti

Non parlassimo di una licenza importante potrei pure soprassedere su alcune cose, ma francamente trovo più sensato leggersi "La serie infernale" di Agatha Christie (che a prezzo pieno costa pure un bel po' meno del gioco) o puntare ad altre avventure grafiche realizzate con un minimo di dovizia in più.