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Nell'ormai vasto panorama di giochi che cercano di ricalcare la formula vincente di XCOM, anche The Lamplighters League ci tiene a dire la sua, tra arguti tributi e piccole nuove idee per rinnovarne il gameplay.
In un panorama post prima guerra mondiale, ci troveremo a guidare un gruppo scapestrato di simil-criminali e personaggi ambigui per porre fine alla minaccia di tre terribili nemici. Pur ricalcando un po' degli stereotipi classici (un'adoratrice di un dio marino addormentato, un superuomo fissato con la superiorità della razza e un industriale ossessionato dal controllo e dallo schiavismo lavorativo), impareremo a conoscere bene i nostri nemici attraverso diari e note sparpagliati per i vari livelli, oltre che a temere i rispettivi scagnozzi e unità uniche che faranno di tutto per metterci i bastoni tra le ruote.
Gli scontri saranno infatti sempre molto vari, fortemente basati sulla fazione che dovremo affrontare e sulla tipologia di missione da svolgere. Queste ultime non sono tantissime (furto, sabotaggio, assassinio e dirottamento) e anche le mappe, non brillano per varietà, nonostante mi sia capitato di affrontare una missione diversa sulla stessa mappa non più di 5 volte su ben 50 ore di gioco.
Ma The Lamplighters League non è solo uno strategico a turni classico: in linea con alcuni titoli recenti, anche qui sarà possibile esplorare le mappe in tempo reale a inizio missione, cercando di approfittare di gruppi isolati di unità o di abilità da KO immediato per mettere fuori gioco nemici e, allo stesso tempo, preparare il terreno per scontri a turni meno affollati. Una trovata molto intelligente che rende il livello tattico più profondo e l'esperienza più divertente.
Ma il fulcro di tutto saranno soprattutto i vostri eroi: partendo con un gruppo ristretto, potremo salvare e liberare altri 7 compagni d'arme (più altri 2 se in possesso dei DLC - non fondamentali), più alcuni gregari che permetteranno il miglioramento del nostro equipaggiamento. Questa decina di personaggi però non solo è stata estremamente curata sul profilo narrativo e caratteriale, ma anche sotto quello delle abilità, assicurando quindi un gameplay sempre diverso in base al team di 3 o 4 personaggi che deciderete di portare durante ogni missione. Sarà impossibile non affezionarsi a quelli che più si avvicinano al vostro metodo di gioco, ma gli sviluppatori hanno comunque pensato a dialoghi e siparietti simpatici tra tutti nel nascondiglio da cui organizzerete le vostre spedizioni.
Il gioco però non è esente da difetti: non mancheranno momenti imbarazzanti per un pathfinding dei personaggi piuttosto... sconclusionato, e l'assenza di una funzione di quick save rimane un mistero. Per il resto, il gioco scorre bene, ma nelle fase più avanzate della campagna, ho riscontrato alcuni rallentamenti nel gestire i vari eventi della mappa.
In definitiva, tra un'ottima caratterizzazione e un sistema di gioco dinamico e solido, The Lamplighters League conquista facilmente una delle prime posizioni come miglior clone di XCOM da non perdere. Pur scopiazzando alcune idee in giro, il risultato risulterà pregevole e l'esperienza soddisfacente sia per neofiti che per esperti del genere.

A metà tra un librogame e un'avventura grafica moderna, Stray Gods trionfa su tutti i fronti. Con una storia avvincente, scritta con attenzione e in grado di sorprendere più volte, i personaggi carismatici si intrecciano in chiare trame politiche che, nel corso delle poche ore di gioco, accoglieranno dubbi e risoluzioni in base alle scelte che prenderemo.
Il sistema funziona e si dipana bene nella sua semplicità: tre approcci diversi determinano come affrontare i "confronti", i quali cambieranno ritmo e stile nel loro effetto musical. In alcuni casi, le scelte modificheranno solo la costruzione sonora, altre volte cambieranno diametralmente il risultato ottenuto, allineandosi alle aspettative dei classici librigame/giochi di ruolo.
In definitiva, un esperimento decisamente riuscito, abbastanza unico nel suo genere e allo stesso tempo pensato per un determinato tipo di pubblico che apprezza il rapporto scelte/conseguenze mescolato con uno spiccato comparto musicale.

Ci sono due motivi per cui varrebbe la pena giocare The Forgotten Sanctum: il primo è per via di come ben si inserisce negli eventi globali che stanno avvenendo nel mondo di Pillars durante la campagna principale. Il secondo è perché si tratta di una lettera d'amore e un rimando (neanche tanto nascosto) a quello che tutt'ora rimane il miglior gioco di ruolo isometrico di sempre: Baldur's Gate II: Shadows Of Amn. Purtroppo vi ritroverete a giocare questa avventura a campagna ormai quasi terminata, rendendo la sfida pressoché nulla, ma considerando la quantità di contenuti nella sua breve durata, l'ottima trama e le sorprese che vi aspettano meritano che passiate da questa isola peculiare.

Nel suo voler offrire qualche ora di arena e botte aggiuntive, Seeker, Slayer, Survivor non riesce a convincere a pieno. La storia appena accennata e piuttosto vaga nell'approfondire il problema di questa nuova isola non convince, lasciando a bocca asciutta una volta raggiunta la conclusione. Dall'altro lato però, gli oggetti nuovi offrono delle varianti interessanti al proprio inventario, purché si abbia la pazienza di girare in lungo e in largo per l'arcipelago per semplici missioni da fattorino. In definitiva, il DLC peggiore fra i tre disponibili.

Nel suo piccolo Beast of Winter regala qualche ora di gioco al già lungo e profondo Pillars Of Eternity II riuscendo con sagacia a innestarsi molto bene nella cosmologia creata da Obsidian. Probabilmente la migliore espansione delle tre uscite, tra trama e nuovi contenuti (tra cui un compagno piuttosto potente considerando il resto del gioco), i giocatori più smaliziati apprezzeranno facilmente questo DLC.

In piena tradizione Obsidian, Pillars Of Eternity II è un prodotto dalla scrittura eccelsa che non perderà modo per catturarvi e lasciarvi a bocca aperta man mano che approfondirete la sua storia. Costellato di scelte filosofiche e socioculturali, PoEII è la summa di tutto quello che c'era di affascinante del primo capitolo con in più un sistema di esplorazione marittima nell'arcipelago di Mortafiamma. Con comprimari ben tratteggiati e un arricchimento delle meccaniche classiche dei giochi di ruolo isometrici, sarete impegnati a fronteggiare crisi politiche su più livelli col fine ultimo di capire come approcciarvi alle rivelazioni divine che vi aspettano. Ormai disponibile sia in modalità con pausa tattica, che con combattimenti a turni, entrambe svolgono molto bene il loro lavoro e il sistema risulta snello e chiaro (ancora più semplificato del primo capitolo). Decisamente un'esperienza unica, fortemente consigliata a chi ha giocato il primo capitolo per scoprire come e quanto il destino di Eora sia modellabile sotto le proprie scelte.

A conclusione del viaggio onorevole dei nostri eroi, il DLC di Aiko's Choice sigilla l'ottimo lavoro che Mimimi aveva già ampiamente dimostrato con il gioco base di Shadow Tactics. Alle prese con sei missioni di difficoltà e durata crescente, questa mini espansione offre una decina di ore aggiuntive per i più smaliziati, con un piccolo excursus sul passato della nostra protagonista. Un detour chiaramente per appassionati e amanti del capitolo base, non imprescindibile e sicuramente consigliato in sconto per la breve durata; ma come sempre, realizzato con cura e grande passione.

C'è un motivo se Sony ha eletto The Last of Us a uno dei pochi giochi meritevoli di porting su PC ed è la straordinaria esperienza che è in grado di offrire. In attesa del secondo capitolo, The Last of Us rappresenta il picco massimo narrativo di Naughty Dog, un gruppo di simpaticoni che si sono fatti le ossa sui toni più leggeri e simpatici di Uncharted, per poi calare l'asso in questa avventura drammatica che sa regalare emozioni dalla prima all'ultima scena - con tanto di DLC incluso.
Che abbiate già visto la serie TV (che si discosta per alcuni aneddoti senza rovinare la storia generale) o che siate solo incuriositi dal continuo sentirlo nominare, The Last of Us è a tutti gli effetti una delle perle dell'industria videoludica che ognuno dovrebbe giocare nella propria vita. Tra un ritmo narrativo che sa ben dosare adrenalina e riflessione, temi profondi sviscerati nel rapporto tra Joel ed Ellie (i due protagonisti) e quel tocco di salsa zombi senza mai sfociare in horror cheap con jumpscare, il gioco ti cattura e ti conduce verso quello che è un viaggio intenso in un mondo devastato da una malattia incurabile e dalla depravazione umana.
A distanza di più di un anno dall'uscita, il gioco è estremamente fluido e ogni singolo problema del lancio è stato ampiamente sistemato. L'unico vero "impegno" richiesto alla vostra macchina da gioco sarà la creazione degli shader che, per ogni gioco Sony portato su PC, metterà sicuramente a dura prova il vostro processore, ma in condizioni normali non dovreste superare i 70/75° per quei 5 minuti necessari al completamento dell'operazione. Nel restante tempo, il gioco risulta perfettamente ottimizzato e piacevole anche per chi non ha un PC all'ultimo grido.
Insomma, che siate alla ricerca di un bel gioco in grado di tenervi incollati per una quindicina di ore, o che vogliate vivere un'esperienza videoludica al limite con quella cinematografica, The Last of Us è il titolo che fa per voi.

Dalla mente geniale di Ben Brode, l'uomo dietro la killer app Hearthstone, arriva questo nuovo capolavoro che non solo ribalta il precedente card game, ma annienta del tutto il dilemma del P2W. Tra l'IP strafamosa e la realizzazione di carte e combo uniche, e l'innovativa sistema a campi che di fatto rendono il gioco sempre diverso e mai opprimibile da mazzi imbattibili, Marvel SNAP si conferma da subito come uno di quei giochi da "2 minuti e poi smetto" in cui il divertimento è assicurato pur senza giocare ogni giorno. Essendo ancora in early access, il gioco ha molte potenzialità inesplorate e la sua versione PC soffre molto a livello d'interfaccia, ma tra eventi e quantità di contenuti, il sistema base ha già vinto a mani basse. Straconsigliato!

Caratterizzato da un tratto grafico unico e delle chicche di gameplay, Indivisible è un metroidvania a tema orientale di grande qualità. Nonostante il chiaro disaccordo dovuto al non aver rispettato le premesse durante la campagna di crowdfunding, il gioco finale (che è ciò che realmente andrebbe giudicato) risulta invece un prodotto impacchettato con grande sagacia su più fronti. Se le meccaniche da piattaforma offrono una sfida via via sempre più complessa, con un crescendo a livello eclatanti durante l’ultima sezione del gioco, il sistema di backtracking è molto ben pensato grazie a un escamotage narrativo non da poco; in parole povere, non perdete tempo a girare tutto man mano che sbloccherete nuove abilità, perché avrete modo di farlo più comodamente per delle necessità di storia. Una scelta sicuramente audace, che però rende molto più piacevole l’esplorazione dei livelli molto intricati che, in maniera omogenea, aumentano anche la difficoltà di esplorazione con il proseguo della storia.

Alla stessa maniera, la parte narrativa non solo convince, ma intrattiene abbondantemente grazie a dei comprimari di prima classe. Se già la storia di Anja non fosse convincente, tra un’interessante evoluzione psicologica e una trama fortemente imbevuta di ideologia induista, al gruppo si uniranno fino a ben 22 personaggi (alcuni dei quali segreti e da scoprire) che potremmo far ruotare all’interno del gruppo. Ognuno di questi avrà un move set diverso dagli altri e tra simpatiche macchiette, streghe piromani ed esaltati di varia natura, Indivisible non perderà modo per strapparvi una risata o darvi qualche spunto di riflessione.

A concludere il tutto, il gioco offre anche un combat system peculiare in cui dovremo formare una squadra di quattro elementi. Durante gli scontri, a ognuno sarà collegato un pulsante del pad (A, B, X, Y) in base alla loro posizione: così facendo, potremo dare ritmo ai nostri attacchi, scatenando delle combinazioni mortali tra frequenza di colpi, posizione (se a terra o in aria) e tipologia di attacco, tra quelli fisici e quelli spirituali. Alla stessa maniera, i nemici potranno essere più resistenti o vulnerabili, starà quindi al giocatore capire come meglio aggredire la buona varietà di nemici. Il sistema può sembrare un po’ macchinoso all’inizio, ma soprattutto dopo aver potenziato le abilità di Anja e sbloccato alcuni dei personaggi più particolari, vi renderete conto delle grandi soddisfazioni che può donare.

In definitiva, Indivisible probabilmente avrà deluso qualche aspettativa, ma il risultato finale è di pregio ed estremamente consigliato. Tra un tratto grafico sopraffino, una scrittura brillante e un sistema di gioco unico, il risultato è una perla che vale la pena recuperare.