Orwell’s Animal Farm è un videogioco che purtroppo fallisce nel suo intento principale: essere uno strategico-gestionale coinvolgente. L’idea di base era interessante, ispirata al capolavoro letterario La fattoria degli animali di George Orwell, ma la realizzazione lascia molto a desiderare.

Il gioco si propone di far gestire al giocatore una fattoria retta dagli animali, affrontando scelte strategiche come la gestione del cibo, della salute dei personaggi e della propaganda per mantenere l’ordine e garantire la sopravvivenza. Tuttavia, molte delle decisioni sembrano inutili o prive di un impatto chiaro. Per esempio, la quantità di grano da piantare ogni anno dovrebbe essere una scelta cruciale, ma qualsiasi opzione si scelga, i risultati appaiono casuali e spesso inspiegabili. A volte un intero raccolto richiede lo sforzo di tutti gli animali, altre volte basta uno solo, senza che venga fornita alcuna logica dietro queste dinamiche.

Anche la propaganda, che dovrebbe essere uno degli strumenti più importanti per gestire la fattoria, risulta mal implementata. Non è chiaro se e come influisca sulla salute generale degli animali, e le azioni legate alla contro-propaganda sembrano spesso inutili, prive di effetti significativi. La propaganda verso l’esterno, che in teoria dovrebbe portare nuovi animali nella fattoria, si limita a un’unica conseguenza e non viene mai più approfondita nel corso del gioco.

I dialoghi non aiutano a migliorare l’esperienza: sono ripetitivi e non aggiungono profondità alla narrazione. Il gioco manca inoltre di elementi tecnici fondamentali, come un tutorial che spieghi le dinamiche principali o opzioni grafiche e tecniche per personalizzare la propria esperienza.

Questa recensione è offerta da Gamestation Italia